Se tu m’ avessi dato un po’ del tuo bene
Quello più nascosto, più taciuto;
Se tu anziché dalle tasche, l’ avessi tirato fuori
Dalle mani, o dagli occhi;
E se questi occhi avessero visto me, voluto me;
Io non avrei rifiutato la tua semplicità in dono:
ne avrei fatto con vanto
il contrappeso delle mie profondità.
E se tu quelle profondità le avessi
esplorate, cercate, volute,
avresti voluto me.
E io non avrei avuto paura di donarmi a te,
sull’ altare della nostra codardia.
Se tu avessi voluto me,
mi sarei fatta piccola
innanzi alla mascolinità più tua
e avrei ringraziato dei frutti
che la perseveranza, vigliacca e sorda, ci ha donato.
Ho nascosto di me, quel che non volevi sapere
Ho strappato via lingua, occhi, stomaco,
nella cieca speranza che un giorno
me lì avresti richiesti indietro.
Invece no,
nei miei cassetti non ci sono sogni, né illusioni
Solo carne e ossa, sotto sale e fiele.
Sono ancora tutta lì:
t’ è bastata una carcassa
e pelle d’ ebano che brillasse al Sole.
M.