Non potevi essere tu.
Perché l’ unica ragione per cui fuggivo
era che mi volevi.
Non potevi essere tu, perché eri lontano
voli d’aerei su montagne bianche
e ispide, sotto i miei sospiri.
Non potevi essere tu,
né la tua bella casa,
né il tuo bel lavoro.
Perché la mia culla era il tuo rifiuto.
Avevi ragione: esageravo.
La cosa più coraggiosa che possiamo fare
è vedere del buono in qualcuno.
Che ci ricambia.
Significa aprirsi delle porte,
che non hai la minima idea di cosa celino.
Significa chiudere quelle che tenevi aperte
per restare fermo.
Quelle porte erano solo scuse.
Ho fatto un sogno un paio di settimane fa.
Nel sogno ero in bagno, davanti lo specchio.
Mi fanno notare una macchiolina nera
all angolo della bocca.
Aspetto di restare sola. Apro la bocca.
Terrore.
Era nera. Sembrava vi ci fosse scoppiata una penna.
Delle parti erano bruciate. Un cancro. Di nuovo.
Ho pensato.
Piango. Piango disperazione. Tutta quella che non ho pianto nella vita reale.
Allora è cosí che ci si sente, quando si sta male!
Chiudo la bocca. Recupero lucidità.
Non mi devono vedere. I miei non reggerebbero.
Corro in ospedale dalla mia oncologa.
Scendo le scale a piedi.
Scendo molto in basso per curarmi.
Entro nell’ area di oncologia. Era sotto terra, ma c’ era luce. Pace.
Tutto era bianco.
Attendo la mia oncologa.
PArriva!
Era la mia psicoterapeuta.
Mi visita. Mi apre la bocca. Ci guarda dentro.
Facciamo dei controlli, ma mi anticipa che non è grave come sembra.
Non dovrebbe essere un cancro.
La ringrazio. Le lascio i fiori che le ho comprato.
Piccole calle bianche.
Risalgo un po’ dubbiosa, ma più tranquilla.
Stavolta prendo un ascensore. Un solido ascensore d’ acciaio.
Riemergo in superficie.
Silenzio. Torni a casa e tutto è come lo avevo lasciato.
I miei genitori sono sempre lí.
Inutile dirglielo, ora.
Ho raccontato questo sogno alla mia dott.ssa.
Sono emerse due cose importanti e splendide, da quelli che sembrava un sogno cataclisma.
La prima: sono scesa da sola, e con le mie gambe. Sono scesa molto in basso per risolvere quel “male”. E sono risalita con un mezzo diverso, una forza nuova, stabile e corazzata.
Seconda cosa: è rimasto tutto giù. Non mi sono trascinata niente dietro. Ho trovato una collocazione a delle sensazioni spiacevoli.
Incredibile. È davvero un bel punto della situazione.
Ne sono felice!