Prendi il mondo e vai (cit.)

gennaio 30, 2013

Sono giorni intensi di lavoro e studio.

Ho comprato uno smartphone:

“Cosa le serve?” –

” Un telefono bianco e con il navigatore”

“Allora guardi: blablabla blablabla…”

“….”

“Non sta capendo niente di quello che dico, vero?”

“Mi osservi: ho lo sguardo perso!”

Ho prenotato un biglietto aereo.

Domani compro un trolley.

Per il resto, sveglia alle 5:00 come tutte le sante mattine.

Che non mi si dica che non me lo merito, o che non c’ è crisi.

Sarebbe peggio.

dal web

 


Trasformazioni

gennaio 27, 2013

Ago 2008

 

Non poteva amarla: lui amava la destinazione, lei il viaggio. Lui la copertina di un libro, lei l’ odore. Lui ordinava “il solito”, lei scopriva, cercava. Lui era la nozione, lei il processo. Lui la destinazione, lei il viaggio. Lui cercava una fanciulla, lei si sentiva una giustiziera. Lui amava il silenzio, lei giocava con le parole. Lui amava la quiete, lei il dubbio.

Un giorno tagliò i suoi capelli, lui non la riconobbe più. Allora capì, capì d’ essere solo un contenitore:  in tutto quel tempo, non aveva fatto altro che racimolare quello che l’ altro poteva accettare. Oggi si guarda allo specchio, cammina da sola sulle sue proprie gambe, che pare un guerriero con un fiore tra i capelli.

Non si riconosce più. Per fortuna.

 

Gen 2013

 


Una sintesi più efficace di tante parole

gennaio 26, 2013

Miscellanea di considerazioni da mercoledì a oggi:

  • A forza di sotterrare, comunque qualcosa torna a galla: la merda.
  • V. (mia sorella n.d.r.)  sei la mia cura. Grazie.
  • Devo fare il passaporto. ♥ Si riparte!!! ♥
  • Ma “lallero” come si dice in francese? “Lalloir”?! Devo risolvere (Fonti attendibili dicono “lalloirs”, n.d.r.)
  • L’ unica fantasia che mi suscita l’uomo che si spilucca le sopracciglia davanti a uno specchio, è quella di mettergli una zappa in mano.
  • “Shatush” a sòreta!
  • Una donna comincia a capire di aver sbagliato uomo, quando si sente solidale con la ex.

 

Averla senza possederla.
Dare il meglio di sé
senza pensare di ricevere.
Voler stare spesso con lei,
ma senza essere mossi dal bisogno
di alleviare la propria solitudine.
Temere di perderla,
ma senza essere gelosi.
Aver bisogno di lei,
ma senza dipendere.
Aiutarla, ma senza aspettarsi gratitudine.
Essere legati a lei,
pur essendo liberi.
Essere un tutt’uno con lei,
pur essendo se stessi.
Ma per riuscire in tutto ciò,
la cosa più importante da fare è…
accettarla così com’è,
senza pretendere che sia come si vorrebbe.

(Omar Falworth)

  • Quello che ti arriva da me, è esattamente quello che tu mi dai. Se non ti sta bene, puoi rivedere i tuoi comportamenti o, più serenamente, lasciar stare: forse vuol dire, che non sono roba per te.
  • “Tu sei proprio una cosa interessante”. Pensò, con lo stupore di chi crede che le cose interessanti si siano esaurite da un pezzo.
  • Sarà la primavera più bella di sempre!
  • I miei dovevano capire subito che ero una bambina strana quando, invece dei poster in camera, contemplavo il busto di Alessandro Magno sul libro di storia.
perplessità.

Foto di Salinaversosud


Qualcosa è cambiato.

gennaio 25, 2013

Dal web

Potrei chiamare la giornata di ieri, “la giornata delle sorelle”. Credo di non aver mai passato tanto tempo di qualità con la mia, come in quest’ ultimo periodo. Ma facciamo dei passi indietro: sono uscita da lavoro e ho preso subito il bus. Dal finestrino quei palazzi bellissimi mi hanno riportato alla mente La Dolce Vita di Fellini. I pensieri correvano dolci e sereni all’idea che avrei mangiato con mia sorella. Sembrava di sentirne il tepore. Quindi pranzo insieme: Risotto con i funghi e Quiche con parmigiano, pepe nero e wusterl. Buonissima! Abbiamo preso il caffè e abbiamo riso, riso tantissimo con un suo collega, che c’ ha raccontato le mirabolanti avventure nel  trovare una casa con un decente rapporto qualità/prezzo a Roma. Io, come sempre accade mentre gli altri parlano, ho cominciato a pensare e a fantasticare e ne ho tratto le conclusioni che non riuscirei mai ad abitare in un’oasi per gente con la puzza sotto il naso, che se cadi a terra e muori, neanche se ne accorge. Chissenefrega di Fellini, in fondo! Ci vuole troppo fegato, troppa indifferenza: bisogna essere impermeabili, per voler uscire da casa a prima mattina e assistere alla sfilata delle facce più grige della terra. (Restate pure concentrati lì. Non disperdetevi, per favore!) Il mio pensiero felice mi stava aspettando in un quartiere giovane, vicino la facoltà. Il pomeriggio shopping insieme in centro e poi cena. Prima dal genuino, quanto saporito (ahimé),  porcavacca. Location davvero carina e comoda! (Forse la temperatura era un po’ bassa! Andateci coperti, se siete freddolosi.) Comunque, mi siedo e affisso al muro di fronte al tavolo che ci era stato assegnato, un poster de La dolce Vita. Amo le coincidenze. Rendono tutto più poetico. Il posto è noto per la carne, ma avevamo voglia di pizza e la qualità delle materie prime s’ è fatta sentire anche lì. La mia una pizza con gorgonzola e speck. C’ è da dire che gli ingredienti non aiutano, però l’ ultima pizza con gorgonzola che avevo mangiato era quasi dolce: si può fare di più (cambiando gorgonzola, appunto). Quella di mia sorella era una bufala (latu sensu): ho molto apprezzato lo sforzo del basilico fresco e della mozzarella poggiata a crudo, perché questa è una cosa che riscontro raramente (la cottura nasconde, si dice!). Anche qui però, sugo saporito! Pare sia stata l’ unica pecca e il prezzo un po’ alto, rispetto alla media della zona, per un fritto misto, che di misto aveva poco: un supplì, un oliva ascolana, una crocchetta di patate, un fiore di zucca (6 euro).

Ci rimettiamo in cammino e entriamo (io per la prima volta) nel magico mondo di SAID (non pronunciate seid, ma saìd!) Abbiamo scambiato due chiacchiere con la ragazza che ci ha servite. Molto disponibile e cordiale! Le  ho detto: “dev’ essere bello lavorare qui!” Supplicando con gli occhi: “prendetemi con voi!” Alla fine, non sono uscita fuori con un lavoro in quello che sembrava il set di Chocolat (a proposito: Minor Swing!) , ma con un prezioso sacchetto di praline: sfogliette, nocciola, caffè, mandorla. Tutte felici ce ne siamo tornate a casa e le abbiamo mangiate sotto le coperte, davanti a un film. Dieci minuti dopo dormivo, ma fare colazione insieme al mattino dopo, non avevo mai capito fosse tanto bello.


Perla #1

gennaio 22, 2013

mivar

“C’ è più probabilità di trovare un Mivar

 in un negozio di elettrodomestici,

che un uomo che prenda l’ iniziativa”


Rimane la bellezza

gennaio 21, 2013

 

Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta

non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell’amore 
dopo l’amore così sicure a rifugiarsi nei “sempre” 
nell’ipocrisia dei “mai” 

non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.

E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pensarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi 
e loro si stupiranno 
che tu non mi bastavi, 

digli pure che il potere io l’ho scagliato dalle mani
dove l’amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l’amore
alle carezze dell’amore
era facile ormai

non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.

Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre 
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre 
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,

ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi

sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.

Ma senza che gli altri non ne sappiano niente
dimmi senza un programma dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito
farai l’amore per amore
o per avercelo garantito,

andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori
o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,

continuerai a farti scegliere 
o finalmente sceglierai.

(Verranno a Chiederti del nostro amore. F. De André)


Edit

gennaio 20, 2013

Mantra

Avevo appena deciso di fare di questo il mio mantra, quando…

…E’ bene che conosciate il mio nome e cognome! (Anche perché hanno pubblicato le mie poesie su poetipoesia.com !!!!)

Direttore?! Il grande Elio Pecora.

Non sto nella pelle. E per di più sono senza parole. E’ un onore grandissimo!


Un piede avanti all’ altro: funambolerie.

gennaio 20, 2013

Spesa per la settimana, fatta. Mi sono già preparata le polpette con il macinato che ho comprato. Ho passato uno splendido sabato: la mattina con la mia amica Fra’ a comprare il regalo alla nostra Giusy, poi pomeriggio chiacchiere dalla mia amica Sara, davanti a un camino e tisane comprate a Vienna. Per la cucina c’ era uno splendido profumo di arancio e anice (l’ anice viene dalla nostra ultima visita a Eataly, Roma). Ci siamo messe sul divano, con i piedi davanti al fuoco e via con le chiacchiere e il tepore delle tazze calde tra le mani. Alle 17:00 sono corsa a casa: mi avrebbe aspettato una sera e poi una cena con mia sorella a Latina, una cittadina non distante dalla mia. Quindi ancora shopping e chiacchiere davanti a cose buone e gustose. Amo mangiare e amo fare cose mentre mangio: chiacchierare, guardare la tv, un film. Non sono di quelle persone che mangiano in religioso silenzio. Anche se mia madre, lapidaria, dice sempre: “Quando si mangia, si combatte con la morte!” Si, lo so. Ma ci sono abituata: lei è quella che quando devi fare lunghi viaggi in macchina, ti raccomanda: “Sta attenta, che quando guidi la macchina è come se stessi dentro una bara!”. Love is in the air, insomma! Finito di mangiare, siamo tornate a casa che mia sorella era stanca e sono corsa da i miei amici. Destinazione Roma, Mò Mò Republic, per festeggiare la nostra Giusy. Inutile dire che è stata una serata splendida! Abbiamo riso tantissimo, ci siamo divertiti e ho mangiato un dolcetto! Ho ordinato ricotta e pere, insieme ad un buonissimo Brachetto d’ Acqui D.O.C.G, bello freddo.  Vi devo dire la verità. Come dolci non sono fantastici. Belle presentazioni, davvero. Bel locale, bella atmosfera, begli arredamenti. Ma le due volte che sono stata lì è stato per una pizza gorgonzola e radicchio (not bad) e ieri sera. I dolci  (ho assaggiato anche quelli dei miei amici) non erano però all’ altezza delle aspettative.  La pera si perdeva nella crema alla ricotta. E la ricotta a sua volta, si perdeva nella crema. Troppa panna liquida fresca, troppa vaniglia. Crema a temperatura ambiente, l’ avrei preferita più fresca e sbagliato il rapporto frutta/crema. Buono il pan di spagna! Tuttavia la serata m’ è piaciuta, il vino pure, la compagnia splendida! Cosa poter volere di più? La prossima volta, proverò con una cena a base di carne, o pesce. O ancora meglio, con un aperitivo. Oggi, ovviamente domenica tranquilla. Tra poco vado a prendere un caffè da mia zia, poi torno, preparo l’ esame per domani, tutto il lavoro per domani e… mi metto a letto, spero per le 20:00! In realtà tutto questo è la mia reazione a due settimane di ansie, angosce e preoccupazioni. E’ la mia reazione al cambiamento. Faccio sempre resistenza. E proprio fisicamente su di me, sento tutto il peso anche solo di un minimo passo in avanti. Questo ogni volta. Lo chiamano “autosabotaggio”. Dicono che io sia una maestra in questo. Però ho deciso di prepararmi una settimana la volta, come se dopo non ce ne fossero altre. Una settimana la volta e un pensiero felice: viaggiare. Per questa primavera, mi sono già promessa Parigi, con mia sorella, e un’ altra meta (Barcellona o Istanbul o Amsterdam). A presto, adorati vicini di blog.

 

Relax di un sabato pomeriggio uggioso. Tè caldo, biscottini e camino.


Una carezza per me

gennaio 19, 2013

12/01/2013 Una foto che amo. (photographer: Pietro Stampeggioni)

 

Chi t’ ha fatto piccola
Ha nascosto le proprie piccolezze.
Chi t’ ha spento gli occhi,
non riusciva a reggere il tuo sguardo.
Chi t’ ha voluto diversa,
non sapeva accoglierti;
Chi t’ ha stretta nella propria logica,
non avea la forza di tenerti libera;
Chi t’ ha mortificata,
non t’ ha compresa: né inclusa, né capita.
Chi diceva d’ amarti,
t’ ha confrontata, spogliata, misurata.

Ma guardati: sei tutta intera, amore mio
le tue contraddizioni sono ancora tutte lì,
le tue brutture, i tuoi slanci, i tuoi pensieri accorti
e le tue manine tozze, i tuoi capelli arruffati,
quel disordine d’ artista,
la sensibilità che più t’ è propria e la speranza.
Sei ancora tutta qui, ancora tutta cuore,
coi capelli di donna e occhi di bambina.

(Marianna)


Toccare terra

gennaio 18, 2013

Jack Vettriano, Embracing

Sarebbe bello se tu mi amassi.
Se tu mi chiamassi tra tre minuti esatti.
Se ti arrabbiassi a vedermi parlare con un altro.
Se ti preoccupassi quando fuori è buio e io non sono ancora tornata a casa.
Se ti sfogassi con me.
Se mi regalassi un libro.
Se mi scrivessi una lettera.
Se tu volessi andare a fare l’amore in macchina, stasera.
Se mi aspettassi sotto casa ogni domenica.

Se tu mi amassi.
Se ti piacessero i miei capelli.
Se mi prendessi in giro per la mia voce da bambina.
Se piangendo mi confessassi cosa non smetterà mai di farti male.
Se fossi l’unica di cui ti fidi davvero.
Se potessimo mangiare un gelato insieme sul letto.
Se potessimo ubriacarci insieme.

Se tu mi amassi.
Se i miei occhi ti incantassero.
Se la voglia del mio corpo ti tenesse sveglio.
Se tu volessi baciarmi ORA.
Se tu volessi cenare con me.
Se tu volessi svegliarti con me.
Se tu volessi prendere un aereo con me, un treno con me.
Se tu volessi camminare accanto a me.
Se tu volessi baciarmi a Natale.
Se tu volessi baciarmi l’8 di ottobre, il 5 di dicembre, il 6 di febbraio, il 12 di agosto.
Se tu volessi baciarmi sempre.
Se fossi la più piccola, la più fragile e la più dolce per te.
Se fossi la più grande, la più incantevole, la più forte per te.
Se ti stessi simpatica.
Se tu ridessi pensando a me.
Se capissi il mio passato.
Se potessimo andare in America.
Se potessimo andare in Australia.
Se potessimo restare in casa.
Se ti piacessero le mie ciglia.
Se ti piacessero le mie gambe.
Se ti piacesse quello che scrivo.
Se ti piacesse quello che dico.
Se ti piacesse quello che non dico.
Se ti piacesse vedermi crescere..
Se ti piacesse sentirmi cantare.
Se ti piacesse vedermi felice.
Se ti piacessi quanto tu piaci a me.

Sarebbe bello, non ho nemmeno un dubbio.

(Susanna Casciani)