Non ho più parole per lui.
E sai dell’oleandro vicino, se ti pieghi
sai di fiori
i sofferenti per siccità
e sonno forte.
Di acqua minerale con gocce di limone.
E sai di strofinacci distesi ad asciugare
di calze messe tre quattro volte, di ringhiera
pettini d’osso e poi di tegami.
E sai di mondo, pietrificato e anche di terra
quella rossa. La vela della casa percorre il tuo costato.
La mela che hai lasciato sul tavolo il tuo piede.
La piccola ferita all’addome, zafferano
placenta e olio per i bambini.
Sai di buono
di donna che si lava la faccia. Sai di Ande
di fiumi diecimila chilometri, di uccello
mangrovia e rane del Portorico.
Sai di luce, di buio e di ghiacciai del nord
sai di sambuca
il goccio nel caffè di mio padre.
Sai di menta; ne ho coltivata un po’ per te sola
fammi dire. L’ho coltivata per farti uscire col grembiule
le…
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