Moriremo di ricorrenze

novembre 25, 2015

Dopo qualche anno lo incrociai sul treno: “Mary, giuro che non le faccio più quelle cose”. Gli risposi “Lo so”, perché mi parevano assurde.


Scusate un attimo. Ho bisogno di me.

novembre 23, 2015

Le cose belle che ho
per ora sono me,
le mie giornate lente,
i miei momenti soli,
una matassa di capelli,
una collezione di smalti,
il caffè del pomeriggio,
il Sole dalla finestra,
un gatto senza coda,
la gentilezza, un pianoforte,
gli spartiti di Venditti anni ’70
un padre buono, una madre forte,
un viso dolce, degli occhi stanchi,
la mia serietà e un po’ di speranza,
i giochi che faccio con le parole,
le mie canzoni, come cartoline,
una collezione di guide di viaggio,
i viaggi che ho fatto,
un chitarrista, forse due,
un profumo preferito,
il ricordo di un profumo,
Roma quand’è er tramonto,
con i viali di foglie,
la mia collezione di gialli,
il film sotto le coperte,
un sogno vago,
delle braccia stanche,
una testa fumosa,
un puzzle da finire,
qualcosa da aspettare.

M.


Estinto di sopravvivenza

novembre 20, 2015

Quando mi sento la tua soluzione, l’unica possibile.
Quando non sei felice, se non con me.
Quando mi fai capire che non sai starci senza di me.
Quando è tanto desiderio, al punto che fa male.
Quando è tanto amore, al punto che mi ferisci.
Quando è gratitudine, cercata e ricambiata.
Quando dove vado, io, senza di te?
Quando, ma che credo di fare?
Quando dovrei sentirmi fortunata.
Quando mi sento ingrata, per il punto di cui sopra.
Quando le mie Scelte, sono patologie.
Quando le tue patologie, sono conseguenze delle mie Scelte.
Quando non ti senti alla mia altezza.
Quando per contro, mi abbassi alla tua.
Quando cerchi nella colpa il legame.
Quando hai paura di quello che penso, perché deve funzionare.
Quando deve funzionare, senza chiederti chi sono. O chi sono diventata.
Quando ignori i tuoi gusti e i miei, per conservare noi.
Quando i miei problemi diventano i tuoi.
Quando io si che vivo per te.
Quando io sono ingenua e il mondo mi mangia, corollario: mi sei necessario.
Allora io, ecco, mi dispiace tanto, davvero. Niente di personale, ma se non ti dispiace, raccolgo un attimo le mie cose e vado via.


Cose che tendo a conservare

novembre 18, 2015

C’è una cosa, figlia di tante cose più piccole e nuove, segrete, che non so come semplificare, né calare nelle parole, senza farti torto. E c’è un ricordo, che ripasso prima e dopo i pasti, per conservarne i particolari e non lasciarlo andare. Neanche l’odore, ché poi è il tuo e che non conoscevo, prima di allora. Ecco, vedi. Quell’odore vorrei chiederti da dove viene e come si chiama, perché ti sta bene e mi pare ti somigli e volevo dirti che sa di raccoglimento e incenso e di sesso lento e meditato. Poi ci sento un bicchiere di vino e mi domando se baci, quando ce l’hai sulle labbra e se lo fai apposta. Il tuo profumo è una foto scura, la polvere che fa il velluto e un silenzio al buio. E ti inchiodo a quel buio, a cercare la tensione di una fronte contro l’altra e a conservare tutto nell’attesa del chissà poi se. Vedi, c’è questa idea della tua eleganza, che è sottrazione di tutte le cose, dei baci non dati e del tempo che mi hai regalato e questa idea mi calma, mi fa bambina e mi proietta donna e tutto quello che c’è stato lì in mezzo ero io, scandita da quattro ore, annidata tra i tuoi capelli, di cui non conosco gli anni, ma di cui ho imparato le pieghe a memoria. Mi sono scontrata col tuo sorriso buono e t’ho percorso dalle punte alle radici,  sfacciata. Ora ti cerco e lo faccio ancora. Vedi, c’è una cosa che c’era in quel quartiere, che era un occhio di bue sui nostri desideri e la tensione a farli durare e c’era il tuo naso nella tua faccia, con sopra un paio d’occhi, che mi hai prestato per ore e io lo sapevo, così mi ci sono adagiata. Poi c’è stato il ritorno e tutte le idee che sono corsa indietro a recuperare e quella canzone con cui mi sveglio la mattina e che sono pronta a canticchiarti, perché per adesso non se ne va. E sono tutti in fila  i tuoi racconti di cui vado fiera, ora, essere anche i miei. Poi c’è stato il ritorno, dicevo e se mi cerchi, sono quella che fa la strada al contrario, per chiederti un bis.

 


Davanti alla paura siamo tutti uguali

novembre 16, 2015

La musica ha sempre parlato meglio di noi.


O non saresti tu

novembre 11, 2015

Se ti dicessi
quanto t’ho aspettato
e che ho lasciato andare
le persone, che non erano te,
quand’ancora non ti conoscevo;
mi crederesti pazza
e io mi rassegnerei a guardarti
andare lontano, salvo poi,
vederti tornare con una lista di cose
da fare e di viaggi da recuperare.

M.

Coppia di amanti in un piccolo caffè, Brassai


Quando verrai

novembre 10, 2015

Quando verrai, per me
cammineremo per le strade di Roma
con passi insolenti
su tappeti di foglie.
L’arancio ci splenderà in viso,
e la voglia di fare l’amore
la sentiremo forte
in un bacio umido,
nella mano sul fianco.
Gireremo tra le piccole botteghe,
di pasta e delizie
aspettando il Natale che arriva,
la gioia serena, di un inverno
diverso.
Ci stringeremo le mani nel freddo
guardando divertiti,
i passanti annoiati:
che ne sanno loro,
delle nostre mani e della
carne stretta,
sotto le lenzuola
fino a poco prima?
Ci faremo più umani
e faremo l’amore
senza dimostrarci niente,
e mangeremo, rideremo come viene,
e faremo ancora all’amore.
Viaggeremo tanto,
che il mondo con te
è diverso,
e va visto da capo.
Si fa tutto più umano.
Ci ameremo liberi,
da colpe e pentimenti,
ci ameremo come viene,
ché come gli altri
ci hanno insegnato,
non va bene
per due come noi.


…Nell’aria.

novembre 7, 2015
  • Io non so perché, ma ho sempre avuto la tendenza ad allontanare le cose buone e a svalutarle. A negarle. Sono sempre stata molto brava a negare la bellezza e se in quel momento c’era qualcosa che non mi voleva, le correvo incontro come l’unica cosa sincera della mia vita. Era un gioco perso in partenza: quello che avevo non valeva la pena; quello che non avevo, non potevo raggiungerlo. Ci sono volte in cui siamo più soli in compagnia e ho imparato che se faccio resistenza, non mi ascolto e cerco di salvare quello che voglio salvare a tutti i costi, mi faccio un gran male. E la cosa buffa, è che mi faccio male, non al momento della separazione, ma per tutto il tempo che la precede, in cui mi accollo malessere, senza farci nulla. Senza scegliere. Io ho una chiara idea di quello che mi piace e che è costruttivo e che funziona nell mia vita ed ha molto più a che fare (sorpresa!) con la persona con cui sono stata otto anni (G.), che con Profumodilimoni (N.). So che mi piacciono le persone colte e a cui piacciono le cose belle, so che mi piace il Bellini del De Russie dietro Piazza del Popolo e che quella casa, con quel salone e quella libreria enorme, era sicuramente la casa dei miei sogni, nel posto dei miei sogni. Adoro l’eleganza, gli uomini attenti a cosa bevono e che mangiano tutto, ma, diamine! Amore incondizionato e stupidi occhi a cuore, per il mio regno! A me piacciono le persone affettuose, divertenti, solari, attente. Di quelle che vivono serene e dove le metti si divertono e a cui piacciono i suoi e i tuoi amici,  ma che stare con te a casa a fare l’amore beh, Dio, che figata! Ecco, ora, perché dovrei limitarmi a guardare a un palmo dal mio naso? Vale la pena provare, ma se ci si sbaglia  perché capita  perché ci sono delle incompatibilità di fondo…perché non dovrei aspettare anche io, qualcosa che sembri fatto apposta per me e soprattutto, che abbia la mia stessa, netta sensazione? Ho cominciato a decorare l’agenda e a vedere la saga di Harry Potter la sera. Ieri ė stata la mia prima volta con le avventure del maghetto. È fantastico! A fine Novembre, poi, ripartono i miei Laboratori di Cucina e ho due concorsi letterari in scadenza. Stasera concerto dei Belladonna al Black Out e il dolce di Lorenzo, tutto per me. Poi settimane al coworking per un nuovo lavoro e Londra sotto Natale. Voglio dire…vale la pena aspettare, no!?

O air: The best is yet to come, Frank Sinatra.


Divisioni senza resto

novembre 5, 2015

Non mi piace dividere le cose

il dolce nel piatto,

soprattutto se è un tiramisu.

Poi penso a un elenco sterminato di cose

e mi vieni in mente solo tu.

Non mi piace dividere te e il tiramisu.

Preferisco farne a meno.

Sai, se non altro, per quella faccenda

che non voglio abituarmi ai tuoi abbracci,

a svegliarci di notte per fare l’amore,

a fare colazione al bar sotto casa,

la mattina, a mangiare davanti la tv,

a litigare, a spaventarci, a calmarci,

ad averti intorno, mentre prepariamo la cena

a uscire con i nostri amici

a stringerci quando fa freddo,

a tenerci le mani al cinema,

ai tuoi baci sulle dita.

Ecco, è per tutte queste questioni,

che non voglio dividere

che, in ultima analisi, ho deciso

di farne a meno.

M.