L’ultima parola

aprile 12, 2014

All’intimità del dopo, che sgomenta
gli occhi sciacalli e le mani ladre
che morbose bussano alle porte,
elemosinando il contrappeso
della propria miseria.

Alla discrezione
scagliata contro come sasso,
all’ultimo dei Giuda.
E al silenzio, per brindare:
codice segreto tra amanti,
che si giurano amore
per l’ultima volta.


Ho scelto di tacere

aprile 4, 2014

Se ti dicessi la verità
ti legherei a me
con tiranti d’acciaio
e funi tese al vento
e al sale.

Ho scelto di tacere
perché sei cosa delicata,
contro la mia prua
di nave merci
per oceani senza isole.

Foto di Salinaversosud


Confessioni alla luce di una lampada

marzo 27, 2014

Vorrei sbattere in faccia al mondo
quanto mi senta accudito,
ogni volta che parlo con te.
Eppure quel pendolo non salta mai un passo,
così il bambino scemo che mi porto dentro,
si siede da grande e smette di ciondolare i piedi
stretti negli scarponcini di vacchetta.
Spesso è stata ora di andare,
ma tu nutrice dell’ anima mia,
non puoi nemmeno immaginare tutte le volte
che avrei voluto restare.
Solo un sospiro tra me e fuori:
resto sulla porta sconsolato e taccio,
sorridendoti, la mia rassegnazione.

di Delphin Enjolras


IL GIALLO DEI LIMONI D’ESTATE

marzo 17, 2014

Ora dove sono le carezze sulle guance,

le mani esperte sui fianchi,

dov’è la curiosità degli uomini?

In un ginocchio distratto,

negli sguardi vigliacchi di occhi fuggitivi,

troppo giovani,

per essere già così indifferenti.

E torno indietro. Torno verso casa,

che non è la mia e neanche la nostra.

Il sollievo di un sedile

Scaldato dall’effetto lente

D’ un vetro sporco.

Il Sole è arrivato dopo:

il mattonato s’è fatto di un rosso più intenso,

l’ erba del prato brilla timida

e le mura di casa indossano pioniere

il giallo sfrontato dei limoni d’ estate.

(Marianna Usai)

 

Profumodilimoni’s home

 

Profumodilimoni’s home

 


SULLE PICCOLE COSE

marzo 13, 2014

Ho mangiato un’ arancia,

Più grande della mano bambina,

ch’ accolto l’ incanto

di quelle rotondità.

Ho sentito gli spicchi di luna

Sciogliersi sotto il palato

E sono accorse le papille

Ad accoglierne il sapore.

Ho sentito il succo esplodere

da quelle piccole cellule

miscuglio sapiente,

di liquidi primitivi.

L’ ho avvicinato

alla bocca curiosa,

Profumava di rose,

stese su muri di calce bianca

e affacciate al mare.

 

Ponza 2013

Ponza 2013

 

Ponza 2013

 

Ponza 2013

 

Ponza 2013

 

Ponza 2013

 

 

 

 

 

 

 

 


TUTTI I RUMORI DEL MONDO

marzo 12, 2014

Tutti i rumori del mondo

Ti sono raccolti in grembo

Quando un miraggio di luce appena

Se ne sta lì

Appoggiato paziente, dormiente.

Pare una civetta goffa,

Che si conforta sola,

Ha la testa e gli occhi incassati nel petto.

E il Sole oggi t’ è venuto a bussare

Con la discrezione di un postino,

Ch’ alza polvere da sentieri sterrati.

Ha una motoretta e la fiducia nel cuore

Di chi sa che porta un messaggio

Un messaggio d’amore.

E la campagna t’ è silenziosa stamattina,

che quegli uccelletti il cielo

non gliel’ha prestati ancora.

Il gallo sul tetto segna buon vento

E s’ è fatta più sfrontata la luce

Ora che sfida in uno spicchio giallo

Il caffè nero, che ribolle stanco.

Tutti i rumori del mondo

Ti sono raccolti in grembo.

Foto di Salinaversosud, pane tostato con marmellata di limoni e abbracci. Ponza 2013


“…che della sua bellezza ne ha fatto il suo macello”

marzo 11, 2014

“Un giorno, in terza elementare, la mia classe venne accorpata ad un’altra. Mancava la maestra Giovanna e i miei compagni ed io ci ritrovammo a condividere gli spazi con dei perfetti sconosciuti. Bambini, ma pur sempre estranei. Oggi ho l’impressione che fossero piccoli estranei solo ai miei occhi: a ben ricordare gli altri bambini si divertivano! A dirla tutta, per me non era divertente neanche la ricreazione, perché si era più liberi e le persone libere prima o poi devono fare i conti con delle scelte. Preferivo di gran lunga il rassicurante recinto delle regole: se non altro, non avrei avuto il problema di scegliere se saltellare come una farfallina, o correre come Flash, se salutare la dolce Greta e le sue ancelle in boccoli e scarpe stroboscopiche, o starmene in disparte fingendo interesse per un nocciolo di kaki, preso direttamente dal giardino qualche ora prima. Trovavo soddisfazione in un quaderno ordinato, in una delle mie poesiole, scritte quando l’amore era ancora uno strano incrocio tra la gratitudine e l’ammirazione per mamma e papà; o quello sfarfallio nello stomaco, che non sapevi mai se era fame, o il ragazzino con la brillantina e la riga da un lato, che ti sedeva davanti. Ero goffa, poco sociale, ma era rassicurante. Oggi sono una donna, che della sua bellezza ne ha fatto il suo macello.

Ricordo con disgusto un ragazzino di un’altra classe, che aveva deciso di dedicarmi le sue attenzioni. Mi seguiva fino a casa e con la curiosità morbosa di chi si limita ad immaginare, fu breve il passo dalle parole fastidiose ai palpeggiamenti furtivi. Furtivi. Vigliacchi. Si può essere vigliacchi da bambini? Si. Non gliel’ho mai perdonato. Cercai di ripulirmi la coscienza istintivamente, perché a casa mia mia sorella ci teneva a precisare “è tutta colpa tua”, ogni volta che ci mettevano in punizione. Si può soffrire tanto da bambini? Si. Purché silenziosamente. Così quando indicai a mio papà il bambino che mi aveva molestata dall’altra parte della strada, lo feci più per convincerlo che non era colpa mia, che non mi era piaciuto, che non ci volevo stare a quei giochi da mascalzoni! La verità è che avrei voluto me lo avesse detto lui: non è colpa tua, ti difendo io. Ma come si difende una figlia dalla propria bellezza, quando la bellezza ha a che fare con lo sguardo e i modi gentili? Quando la bellezza (imparerà presto) è la chiave che apre le porte dell’affetto e del bene altrui?

Diventai presto vittima dei miei silenzi, così non tardò il giorno in cui confusi una finestra di vetro con un angolo di cielo. ”

(Per poco ero felice, Marianna Usai. Dalla raccolta “Sono bella, ma non è colpa mia” Ed FusibiliaLibri)

Se vi è piaciuto, se siete curiosi di sapere come comincia e come va a finire, se siete curiosi di leggere altre storie rovinate dalla bellezza, il 23 Marzo a Piazza dei Satiri (Roma), la seconda tappa della presentazione del volume! La prima c’è stata domenica 9 Marzo al Museo Civico e Archeologico di Anzio. Vi lascio con qualche foto:

“Sono bella, ma non è colpa mia”, un’antologia curata da Maria Carla Trapani. Ed. FusibiliaLibri

“Per poco ero felice”

Museo Civico Archeologico di Anzio

“Per poco ero felice”

Ringrazio ancora Dona Amati e Ugo Magnanti della casa editrice FusibiliaLibri. Maria Carla Trapani, per la cura dell’antologia e gli altri autori presenti nel volume, per la bellissima esperienza.

 


VERTIGINE ESPERTA DI SETA NERA

marzo 10, 2014

Un giorno la volta

Accogli in petto

Lo stillicidio delle tue paure.

Le hai allattate sfranta,

dal capezzolo delle tue colpe.

Ma tu, tu non sei nata per redimerti

Bambina mia,

né pari vacca smunta e trista;

‘sì stacca dal tuo seno

Quel vitello ingrato

E alzati, non stare china

Né rinchiuderti ingiusta,

nello scrigno sordo delle tue spalle

e della tua schiena curva.

E’ schiena di donna,

vertigine esperta di seta nera:

che ti percorra profonda

che scenda saccente,

sulla fossetta sacra,

della tua Colonna Infame!

“Vertigine esperta di seta nera”, dal web


Peonie bianche

marzo 3, 2014

Peonie bianche e fili di perle
all’altare di Diana,
dita per accarezzar la Luna
linee per infervorar le stelle
e l’odore.
L’odore è quello
d’un giardino mediterraneo,
quando la salvia bacia il rosmarino
e il basilico resta a guardare.
Ti chiamano Sole,
mentre ‘l tuo stomaco digrigna i denti
e morde cadaveri e scarta i vivi,
in un impasto votivo
di saliva e pentimento.


DOMENICA

febbraio 27, 2014

Ero una giornata di primavera
aspettavo la domenica
e i giorni di festa,
per mettere il vestito buono,
quello a fiori
che passavano le cognate di
cugino in cugino.
Quello con la gonna
e i sandaletti nuovi,
che ti facevano
più signorina.

E la femminilità
era una scoperta,
una civetteria,
da mostrare davanti la chiesa
a messa finita.
Come formiche
a risalire i gradini della piazza
e seguire per le vie
il profumo del sugo buono
che ribolliva da ore.

E questa è una storia
spezzata a metà,
dalla codardia
di un uomo,
che d’una bambina
vanitosa,
ne ha fatto una poveretta
spaventata
dalla sua stessa forma;
una serpe avvelenata,
con la madre e il padre,
con le bugie e l’amore.