…dalla stessa parte mi troverai.
Felice. E domani, si parte.
“E la torta?”
“E’ in forma”
“Bella”
Qualche sera fa sono andata in libreria con delle amiche e io con una di loro siamo rimaste folgorate da un libro di ricette bellissimo e pieno di fotografie e utili spiegazioni. Si tratta di “Muffin e dolcetti” di Helen Aitken. Da questo libro ho preso l’ idea per la mia ultima torta.
Quella nelle foto è una torta-tiramisu, con tre dischi di pasta génoise, che non è il Pan di Spagna! Quest’ ultimo risulta più spugnoso e l’ impasto è più “gnucco”, quindi va bagnato di più. La génoise invece è più leggera e va bagnata meno. Questa differenza è dovuta alla differente modalità di preparazione. Per fare il pan di spagna, albumi e tuorli vanno montati separatamente. Per fare la génoise, si montano le uova intere a bagnomaria, facendo attenzione che il recipiente termoresistente non tocchi l’ acqua, e vanno fatte freddare senza smettere di lavorare con lo sbattitore.
Per la farcia: 800 gr mascarpone, 7 uova, 200 gr zucchero semolato.
Per la bagna: ho preparato uno sciroppo di zucchero, caffè e un cucchiaio di Kahlùa (un liquore al gusto di caffè)
Per la decorazione: cioccolato tritato a piacimento, cacao, cialde a cilindro per decorare (da aggiungere all’ ultimo minuto, altrimenti si ammorbidiscono troppo). Meglio se il cioccolato è di buona qualità e lo tritate voi a mano, invece di comprare le gocce.
Dal libro ho preso l’ idea della génoise invece del pan di spagna, della presentazione e dello sciroppo. Le dosi per la farcia sono personali.
Per assemblarlo vi consiglio di utilizzare uno stampo a cerniera e di mettere il tutto in freezer per un’ oretta. Poi lasciate in frigo per almeno 6 ore e decorate sono alla fine.
Ps. non fate come me, che ho mangiato le cialde strada facendo e alla fine le ho dovute mettere di altezze diverse. 😀 Le cialde da me usate sono alla nocciola e cacao e sono greche: Papadopoulos Caprice.
Tempo fa non sarei riuscita neanche ad immaginarmi da qui a un anno. Oggi mi sono sorpresa a parlare di me al futuro e so, concretamente, che il mio sarà sereno e appagante. Riguardo le mie foto e già rispetto a mesi fa il mio sorriso e i miei atteggiamenti sono diversi e io ne sono felicissima, perché l’ hanno notato anche i miei amici. Vi lascio qualche foto, e poi un po’ di bici e di nuovo lavoro. Buon week end, vicini di blog!
Senso di appartenenza: quel filo invisibile che lega le persone anche quando una è a una cena in città con le colleghe e l’ altro in aeroporto per tornare a casa; anche quando, nella stessa tavolata di amici, lei conversa e ride con alcuni di loro e lui parla dell’ ultimo viaggio con gli altri. E così per quanto possa sembrarti strano o visionario, ti riempi di casa ovunque tu sia.
Adoro questa canzone. E’ la colonna sonora che Paul Kalkbrenner ha pensato per Berlin Calling. L’ ho ascoltata per caso su youtube e da allora me ne sono innamorata. Vi auguro la pazienza di ascoltarla tutta. Un’ altro pezzo che amo è Aaron. Stessa soundtrack. Quando ho ascoltato Aaron ho pensato che avesse in sé qualcosa di geniale, ma non capivo esattamente cosa: mi sfuggiva. Un giorno un amico, mi ha detto che quella canzone è stata fatta campionando il rumore della metro di Berlino. Il motivo per cui ho pubblicato in questo post Sky & Sand sono queste righe:
“I found myself alive
in the palm of your hand
…’cause you let me shine”
(Paul Kalkbrenner, Sky and sand)
“Alici maritate” significa “Alici sposate” (“marìtemo” in alcuni dialetti significa proprio “mio marito”). Il motivo è che queste polpette sono fatte “accoppiando” un paio di alici aperte a libro. E’ una ricetta tramandatami da una zia, che ha il compagno siciliano: Gioiosa Marea, Messina. Quando vengono a trovarci da Milano (?!?) è sempre un piacere e uno dei motivi è che mi insegna un sacco di cose nuove in cucina. Dicevo: tra le alici, un ripieno di:
Riepilogando, si “accoppano” due alici l’ una sull’ altra, solo che tra un’ alice e l’ altra si mette questa polpettina di impasto. Si schiaccia un po’ e si frigge in abbondante olio bollente.
In bianco sono già buonissime e fatte più piccole, servite su cucchiai in ceramica monoporzione, sono un appetizer molto chic, vista la moda dei ritrovati sapori antichi. Qui di seguito, alcune immagini della loro versione in rosso: lasciate stufare le polpettine che avete fritto, per circa un’ ora, in un sughetto leggerissimo, liscio e non troppo denso (al solito: vivamente sconsigliate le passate!). La base del sugo sarà un semplicissimo soffritto di aglio. Le vostre polpettine diventeranno morbidissime e sentirete che meraviglia se con questo sughetto e due polpettine di alici, servirete un buono “spaghetto quadrato” all’ uovo.
Che pace! Un piatto che sa d’ estate, la compagnia di splendidi amici e un vestito leggero e fresco, dopo una giornata al mare trascorsa a rilassarsi e abbronzarsi.
Fanno a gara a chi soffre di più, a chi sta male di più, a chi ama, a chi sogna, a chi caga di più. Tuttologi del nulla, hanno competenze che spaziano dalla cucina, alla fisica quantica, all’ arte di arrangiare un pedalino, o di lessare un uovo. Sono i migliori lessatori di uova al mondo, perché c’ è un punto preciso in cui il tuorlo vira al verde, che beh, se lo mangiate allora non capite proprio un cazzo! E tu niente te ne stai lì, che ascolti col tuo misero bagaglio di conoscenze, che a malapena t’ hanno spiegato che l’ uovo fresco galleggia e quello pesante affonda. Ma non finisce qui, perché se hai una malattia, i Gordon Ramsey de’ noantri, ti diranno che la loro è più grave e tu proprio non puoi capire cosa si provi a stare in quel modo. Roba che la competizione gli trasuda da ogni singolo poro della pelle. Li riconosci subito infatti: sono talmente zuppi, che quando escono non di rado i passanti gli propongono un doccino…e la loro, ovviamente, sarà la migliore doccia del mondo! Voi avete una MOMA Design?! Rassegnatevi: non li impressionerete, perché questa gente preferisce millemilavolte il relax che solo una vasca può darti! “Ma quella E’ una vasca!” “Idromassaggio?” “Si” “Meglio quella normale”. I Pippo Baudo de’ noantri, ovviamente, rivendicheranno il merito su ogni cosa, scoperta, ritrovato tecnologico. Tu! Se tua moglie non t’ ha mollato per quell’ altro, ringrazia loro! E tu! Se quest’ anno vanno di moda le gonne a ruota, ringrazia loro! Voglio vedere dove te l’ infilavi la minigonna! Amici, la morale è questa: risparmiate le energie, tirate fuori il vostro sorriso plastico migliore e fate sempre si con la testa. Anche perché il tuttologo non è tipo da esame di coscienza. Negherà fino alla morte e se leggendo queste parole vi dirà: “Ahahahah sono io”, non cascateci! I tuttologi, per definizione non accettano di essere tuttologi. E’ anzi quello il momento giusto per armarvi di picchetto e martello e compiere il fatto.
Ora bagno anche per me e meritato relax.
Ogni giorno è una scelta.
Ogni giorno scelgo di non pensarti e mi ritrovo a pensarti.
Ogni giorno scelgo di dare una spiegazione costruttiva agli eventi, ma costruisco muri. Ogni giorno ti somiglio un po’ di più.
Ogni giorno scelgo me e mi aggrappo al mio equilibrio.
Ogni giorno recito le mie convinzioni: il fatto che nulla accade per caso, che non esistono amori infelici o non corrisposti e che non ci sono più le mezze stagioni.
Ogni giorno, un po’ la volta, mi allontano ed è vicino il punto in cui i tuoi fiori mi sembreranno morti, le tue parole inutili e le tue “scoperte” tardive. Gira voce che il tempo aiuti. Il tempo aiuta chi ha dato tutto, chi ha provato fino in fondo, fino all’ ultimo. I dubbi degli inetti invece, presto diventeranno rimpianti e i rimpianti mordono, i rimpianti invecchiano.
Mi hanno detto che presto (molto presto) sarò felice, che avrò il mio lavoro definitivo e che mi darà la stabilità che cerco. Mi hanno detto che sto per incontrare l’ uomo della mia vita, che andremo a convivere da subito, che potrò avere bambini e tra quattro anni comincerò seriamente a progettarli con lui. Mi hanno detto che sono quasi totalmente al sicuro dalle ricadute del cancro e che potremmo crescerli felici, viaggiare felici e girare spensierati il mondo, perché non ci mancherà nulla.
Mi vedi? Sono sempre più vicina a loro e lontana da te.
Cosa succede quando una carissima amica ti chiede di farle i supplì per la sua festa di laurea? Prima di tutto, ne sei felice! Poi ricordi che le bomboniere sono a righe bianche e rosse e poi ancora, che la festa è a tema marino.
Uhm… si vede che amo il corallo?!
Base per ogni supplì:
Fate bollire il riso necessario (io per preparare i mini supplì per un buffet di 50 persone ne ho preparato 2 kg) con: basilico, sedano, carota, cipolla, sale.
Una volta cotto (tiratelo fuori un po’ al dente), io lo passo sempre sotto l’ acqua fredda per fermare la cottura. Lo dispongo su una grande teglia per pizza e lo lascio freddare a temperatura ambiente. Nel mentre avrete tutto il tempo di ultimare i condimenti che più vi piacciono.
Mini-supplì pomodoro e basilico
Basterà un normale sugo pomodoro e basilico.
Io lo preparo con trito di sedano, carota, cipolla. Non mi piace togliere le verdure. Magari le taglio in pezzetti piccolissimi, cosicché riescano a sciogliersi meglio, o (quando proprio non ho pazienza) passo al mixer, ma non le tolgo.
Il sugo non lo faccio mai con la passata. Mai. Compro i pelati, mi assicuro di togliere bene i residui di pelle e picciolo, pezzo per pezzo e tolgo anche le parti più chiare, tenendo solo il “dolce”.
Due, anzi, tre chicche:
Una volta fatto il vostro sughetto, lasciatelo intiepidire. Mettete parte del riso bollito in una ciotola e versatevi sopra il pomodoro con una bella spolverata di parmigiano. Aggiungete uno o due uova intere per legare e pan grattato se dovesse risultare troppo morbido il composto. Fate mini polpettine. La dimensione? Congiungete pollice e indice… così! Infine una doppia impanatura. Io per queste nel pan grattato metto anche: parmigiano, pepe, sale, basilico tritato finemente.
Mini- supplì marinara:
Fate un sughetto con soffritto di aglio (se vi piace, anche peperoncino).
Fate intiepidire, aggiungete uova per legare ed eventualmente pan grattato, formate le polpettine e doppia impanatura. Questa volta nell’ impanatura va una spolverata di origano fresco, pecorino e (se vi piace) un trito di aglio. Io in questi non l ‘ ho messo.
Mini-supplì curry:
Serve del buon curry. Potete seguire due strade: fate una balsamella di curry, oppure una salsa al curry in cui poi mantecare il riso. Per l’ impanatura questa volta va messo: pepe, pizzico di sale, trito di foglie (solo foglie) di prezzemolo, spolveratina di curry e di paprika dolce, grattata di ricotta secca.
Nota:
Negli impasti, prima di impanare potrete anche aggiungere piccoli dadini di formaggio a pasta filante, o la classica mozzarella.
Potrete sbizzarrirvi con qualsiasi tipo di condimento: crema di scampi, cacio e pepe, zafferano, asparagi e sarà divertente ogni volta presentarli in modo diverso, per ogni occasione. Piccoli e pratici da mangiare, in pieno stile finger food!
Vi è piaciuto? Di seguito una poesia di Pablo Neruda, che ho riportato in uno dei miei primissimi post. Oggi me la dedico.
“Sei figlia del mare e cugina dell’ origano/ nuotatrice, il tuo corpo è d’ acqua pura/cuciniera, il tuo sangue è terra viva/e fiorite le tue abitudini terrestri./ Vanno all’ acqua i tuoi occhi e sollevan onde/ alla terra le tue mani e saltano i semi,/ in acqua e in terra hai proprietà profonde/ che s’ uniscono in te come le leggi della creta./ Naiade, il tuo corpo taglia il turchese,/ poi risorto fiorisce nella cucina/ in tal modo che assumi quanto esiste/ e alfine dormi circondata dalle mie braccia che allontanano/ dall’ ombra cupa, perché tu riposi./ Legumi, alghe, erbe: la schiuma dei tuoi sogni”. (Pablo Neruda)
Ci sono splendide novità in serbo per me
e io non vedo l’ ora che accadano!
Ho aperto gli occhi su alcune questioni, che non vedevo
e sto imparando a farmene una ragione. A liberarmi dai rami secchi.
La vita mi sorride, all’ orizzonte ci sono un sacco di cose belle e io non posso che coltivarle. Finalmente! Sapevo che prima o poi, sarei stata ripagata di tutto e che sarei stata felice come mai prima d’ ora. Sapevo di meritarlo anch’ io un angolino felice nel mondo!
Tra poco potrò tirare un sospiro di sollievo e dire: “terra!”
E sarà bellissimo!
GUARDAMI
Guardami adesso, sono la mia vittoria,
e affatto mi tocca
la lucida rassegnazione del tuo fallimento,
il rimprovero severo delle tue convinzioni.
Mi vedi? Cammino da sola
E gioco con la rabbia a costruir parole.
Tenevo in braccio una bambina,
che poi ho fatto scendere,
l’ ho spinta a camminare.
Tenevo in braccio una bambina,
ch’ ora è tutta donna.
Guardami adesso, sono la mia vittoria,
trasformo rabbia e racconti desolati,
ne tiro fuori meraviglia.
(Marianna U.)