Share: love songs!

dicembre 30, 2013

Una mia amica mi ha chiesto di darle dei titoli di canzoni d’amore.

Che fossero delle dichiarazioni, dediche intense e non scontate.

Io le ho detto le mie. Poi mi è venuta una curiosità: sapere le vostre!

Potete anche limitarvi a scrivere artista e titolo.

Sarebbe bello aprire il nuovo anno condividendo musica e sbirciando tra le vostre proposte!

Aspetto i vostri titoli e intanto, vi auguro ogni bene per l’anno che verrà.

Buon 2014 da Casa Profumodilimoni


Il cielo sopra Berlino (3/3)

dicembre 29, 2013

Com’è Berlino?
Berlino è una donna audace, elegante, diffidente. E’ una città fiera, superba nata dalle proprie ceneri. Fortemente voluta. E’ moderna. Irriverente. Con l’irriverenza di chi sa che si è fatto da solo. E’ forte Berlino, bella. Spigolosa e materna. I lunghi viali alberati, la signora che ti offre la cioccolata calda per riscaldarti, le giovani madri che sorridono a bambini di porcellana, la casa letteraria e quella terrazza meravigliosa da cui prendere un caffè. E’ un testo scritto di corsa e senza punti di sospensione; una fotocopia venuta troppo scura; è una fotografia satura di colore; la reazione esagerata di una donna che sa che può avere tutto e nel segreto della sua stanza ricorda gli anni andati dei giochi; è una città che si manca.
Le giornate di Sabato 14 e Domenica 15 Dicembre.

Ci siamo svegliati male?

Alla ricerca dei cortili nascosti…

Dall’altra parte della strada.

Decisamente il mio preferito.

Se passeggiando a Berlino, dalla strada principale notate un cortiletto interno, entrate…spesso si tratta di una città nella città.

Folle per i particolari

Altri cortili interni…

L’unica foto che ho fatto, guardando a terra

Il mercato

“Smoothing Queen”

Uhm…stamattina abbiamo le idee confuse!

L’orologio ad Alexanderplatz

Christmas Edition

Un posticino tutto per me

Alla ricerca del muro.

Lo vedete laggiù?

Non è il caso di fare le simpatiche

La scritta è postuma

Ultima capatina alla mia adorata Postdamerplatz

“Casa…”

Topolino non vuole tornare.

Posate le valigie, capatina a Charlottenburg

Il vero simbolo di Berlino c’è un negozio che vende esclusivamente gadget a tema: “omino del semaforo”. I turisti che hanno lasciato la testimonianza dell’omino rosso non sono più tra noi.

Considerazioni.

Verso il Parlamento

Verso l’aeroporto

:/


Qui è tutto, la vostra Bridget

dicembre 27, 2013

E’ vero. Non vi ho fatto gli auguri di Natale.
Non vi ho augurato Buone Feste scritto in maiuscolo. Né a voi, né ai vostri cari.
E non ero chissà quanto impegnata, né stavo lavorando. Assoluta e pura pigrizia.
“Pigrizia”, absolut. (50 ml)
Lo so, me ne rendo conto: sono campionessa mondiale di zappate sui piedi.
E a proposito di questo, ora posso parlarvi di un progetto. No, neanche un progetto: una realtà.
Con altre persone abbiamo formato HuBoat (Hub+Boat…non sapete cosa sia un Hub?! Ahi, ahi, ahi, ahi, ahi! (cit. Valpitour) Tra le altre cose, abbiamo anche un sito huboat.co, facciamo corsi, workshop (oggi quello su Arduino….non sapete cosa sia arduino?! Neanche la maggior parte di noi. Degli esperti ce lo spiegano oggi). A proposito: io scrivo anche per il nostro sito. Leggete qui chi siamo, la nostra filosofia e come è andata la nostra prima presentazione ufficiale. Ora, che c’entra tutto questo con le zappate sui piedi?! C’entra! C’entra, e come! Perché solo io dopo aver presentato insieme a tre persone, la nostra mission in un liceo (molto figo) della zona…SOLO IO…posso uscire con loro per festeggiare con un pranzo la riuscita e…”porca miseria! ‘ste calze contenitive!” Ma chi cazzo sono? Bridget Jones, davvero!

Fotogramma dal film

Ovviamente, questa cosa che poteva benissimo rimanere tra noi quattro, è diventata motivo di discussione alla cena di Natale del 22, con tutto il gruppo. E certo! Comunque sia, abbiamo mangiato benissimo, abbiamo bevuto, progettato altri workshop e giocato a Risiko.
Ora, anche a proposito di questo. Io non so se voi ci abbiate già giocato, o sappiate come funziona. Ognuno ha il suo esercito di carrarmatini. A ognuno vengono affidate delle carte a inizio partita e un obiettivo segreto. Le carte ti dicono in che paese collocare i tuoi carroarmatini, l’obiettivo è la flotta che devi distruggere, o i paesi che devi conquistare. La mia prima partita è andata così:

Meninos occupano gli States

Io ero i rossi. I miei piccoli “meninos de rua” partiti dal Sud America, hanno conquistato anche il centro e poi il Nord. Una battaglia di ideali. Ero soddisfatta: non può esistere libertà per un popolo che non ha neanche il pane. Si. Brava. Peccato che il mio obiettivo fosse distruggere i carroarmati gialli della mia amica, vivi e vegeti e che anzi ero felice per loro, partiti dall’Africa e padroni d’Europa. E come dice la moglie del mio ex “Chissà, magari ci saremmo piaciute!”
Insomma. Abbiamo giocato a Risiko. Stavolta senza ideali e senza pietà. Poi è arrivato il 24 pomeriggio e ho trascorso un paio d’ore con i miei amici. La Vigilia più bella non so se da sempre, (perché poi, tornata a casa per la cena, eravamo solo in sei, mentre a me mancano i cenoni con tante, tante persone), però sicuramente la più bella che io abbia mai trascorso da tanti anni a questa parte. La cosa più bella, so che non è carino dirlo, ma è così…è che i regali erano tutti pensati. Ci fosse stato uno che m’ha regalato dei pesetti da palestra, o un cappello militare, o una paschmina glitterata. No: una scatola per mettere dentro i miei biscotti (e che tra poco vado a fare! Così a colazione saprò che mangio!), una per le mie tisane; il continuo di “Paura di volare…”; degli stampi in silicone per fare i cioccolatini a dischetto da unire con della ganache, proprio come fossero dei macarons (e a noi non piacciono i macarons, vero???), un bracciale con i pallini, che adoro: semplice, ma elegante; poi una scatola di cioccolatini Lindt ( *____* ) e una guida per andare a Edimburgo…anzi, di guide ne è capitata una ciascuno. A caso. Amico ha deciso di regalarci i posti in cui ha lasciato il cuore, così quando le abbiamo usate, ce le scambiamo e ripartiamo. No…no. No, no. Proprio questo regalo non so cosa c’entri con me! *_____* E poi arriva la sera e vado a prendere mia sorella alla stazione. Niente. Ogni volta che c’è lei a casa, si ascolta musica di merda. Però non la riaccompagnerei mai a prendere il treno per andar via. Il 25 pomeriggio era già a Roma. Beh, vi dicevo! Mi ha regalato i bracciali con le “M”, l’iniziale del mio nome. Questa storia dei bracciali è lunga. E’ cominciata quando la mia Salomè (Antonella Rizzo, scrittrice, poetessa, svariati premi e pubblicazioni) mi ha regalato, un anno fa, un bracciale con il mio nome per esteso e capitava proprio nel momento giusto. Da allora non l’ho più tolto. Poi questa estate un altro bracciale con la mia lettera. Neanche quello ho più tolto. Me, al centro di me. E me, dalla sera del 24 profuma anche di latte di mandorle e di lavanda: amo la Provenza. Amo la lavanda. Amo che mia sorella ci abbia fatto attenzione, se ne sia ricordata e sebbene non sia il suo profumo preferito, abbia rispettato i miei gusti. Io quelli che fanno i regali: “a me piaceva, spero piaccia anche a te”, li lincerei a priori. Fammi un sasso, ma almeno prova a metterti nei miei panni quando lo scegli. E niente. Poi…pooooi. Mia madre. Quest’anno anche lei mi ha fatto il regalo. Di solito non ce ne fanno. O meglio, ci hanno sempre abituato all’idea: il regalo per la tua laurea è la festa, il regalo per il tuo compleanno è la cena, il regalo per qualsiasi cosa…è cena/pranzo e visto che sono sempre supercene/pranzi, né io, né Vale abbiamo mai replicato, o messo il muso. Quindi, in sintesi: e chi se l’aspettava? Mi ha regalato una macchinetta fotografica, perché ha visto le foto di Berlino dall’account di una sua amica e le piacciono. Me l’ha regalata, così mi ha detto che quando viaggio ne ho una tutta mia. Non sono le motivazioni più belle del mondo? A me pare proprio di si. Buon proseguimento. Io mi lancio sul monologo (…ops!!! vi dirò, vi dirò!), poi in cucina e poi oggi pomeriggio appuntamento con i miei Coworkers (quelli con cui ho già fatto la mia debita figura di merda!) A presto miei adorati!!!!


Dubbi amletici

dicembre 21, 2013

Mia zia questa estate mi ha passato queste foto.
Le ha stampate e non ne ho traccia su supporto magnetico, quindi ve le beccate così.
Era il giorno della mia laurea. Lei già l’avete vista: è la mia gemella.
Stavo impacchettando i regali e le ho trovate, così ho deciso di riempire la cornice vuota che ho in camera.
Sto scegliendo quale mettere delle due, ma credo dovrò comprare un’altra cornice.
Buon week end, meraviglie! Si riprende lunedì con “Il cielo sopra Berlino (3/3)”

 

On air: Mannarino, Fatte bacia’

 

Vale con la mia corona d’alloro, m’abbraccia

Festeggiamenti a pranzo.

Dubbi amletici


Il cielo sopra Berlino (2/3)

dicembre 19, 2013

Venerdì 13.12.13 è stata tutt’altro che una giornata sfortunata. Stavolta partenza dal Tiergarten, passeggiata lungo la Strasse de 17 Juni (Viale del 17 Giugno), che ci ha portate verso la Brandeburg Tor (Porta di Brandeburgo). Prima di attraversarla e proseguire sull’ Unter den Linen, abbiamo fatto una piccola deviazione a destra. Sapevo che c’era qualcosa di davvero suggestivo da quelle parti: un labirinto. Un labirinto fatto di cubi di cemento, ognuno di diversa altezza. Vedendolo da fuori sembra non sia nulla di difficile: una passeggiata tra dei cubi, altezza ginocchio,o al massimo bacino, durante la quale tener sempre sott’occhio la strada circostante, come punto di riferimento. Sorpresa: cambia la pendenza del terreno, così che più ti inoltri più è difficile, più cerchi di uscire, più ti accorgi che la via d’uscita non è così semplice come credevi. Una bella lezione di storia e sinceramente, un’angoscia che non vi dico! Risultato: stupendo. Suggestivo. Silenzioso. Una deserta spiaggia francese ai primi soli. Ma non voglio perdermi, vi darò le mie riflessioni su questo viaggio solo dopo il post (3/3). Quindi Unter den Linen fino al Duomo, da cui si vede già benissimo la Fernsehturm  (Torre della Televisione). A pochi passi i mercatini con una ruota panoramica (che fai, non ci sali?). Ritorno verso la vicinissima Museuminsel (isola dei musei) e serata sul nostro amato viale, vicino “casa”. Al solito, le foto sono una sequenza di (una selezione di) tutto quello che mi ha colpito, strada facendo.Come al solito, vi consiglio un brano da ascoltare durante la visione delle foto. Buona serata, vicini di blog.

On air:

 

Lungo il Viale del 17 Giugno

Punto di fuga.

Verso il labirinto.

 

Il labirinto…

Addentriamoci…

 

Non perdere di vista il cielo…

…e tira su la testa.

 

Di nuovo in piazza, davanti la Brandeburg Tor. A testa in giù.

La quadriga della Vittoria

In una traversa di Unter den Linden (=”Sotto i tigli”), c’è Shadowstrasse: la via in cui viveva l’artista che ha realizzato la quadriga della vittoria, sopra la Brandeburg Tor.

Verso il duomo, continuando sull’ Unter den Linden.

Berliner Dom e torre della televisione, sullo sfondo

Gli angeli esistono.

 

 

Cupola del Berliner Dom

Poco dopo, attraversando la strada

 

Mercatini adorabili

Esprimi un desiderio…

 

Cielo senza nuvole!

La mia prima volta su una ruota panoramica

Col naso in su.

 

Pista di ghiaccio

Mi piace mangiare leggero.

Cuociono la carne!

 

Mandorle caramellate

Fuori dalla Museuminsel

Un ultimo sguardo, e si torna a Berlino Ovest ❤

 

 


Il cielo sopra Berlino (1/3)

dicembre 18, 2013

Questa è una selezione di foto scattate giovedì 12.12.13 al nostro arrivo a Berlino. Ogni foto è un: “Oddio! Guarda che figo!” E’ quello che mi piace e mi colpisce mentre cammino. Sono in ordine di tempo: Hotel davanti al KadeWe, passeggiata verso il Ku’Damm, birra a Postdamerplatz e visita al Sony Center. Abbiamo finito per cenare ai WeihnachtsZauber Gendarmenmarkt e ritorno in hotel godendo della splendida vista della città illuminata a festa. Vi consiglio di schiacciare play su questo video e di scorrere le foto ascoltando. Con me ha funzionato.

Waiting for Berlin, at FCO

Atterraggio morbido

Spuntino a Wittenbergplatz: currywurst

KadeWe…entriamo.

L’ingresso. Sono sei piani, all’ultimo i ristoranti con terrazza vista città.

Al sesto piano.

Riprendendo la passeggiata verso il Ku’Damm.

Profumi!!!

Il cielo sopra Berlino.

Grandi Classici

Una dichiarazione d’amore.

Un pezzo di cuore. Godetevi un caffè dalla loro splendida veranda se potete.

Tornando sul Ku’Damm

Birra ai mercatini di Postdamerplatz. Amore infinito per questo posto.

….

La vita è un punto di vista.

Attorno al fuoco

Direttamente dalla copertina della mia Touring Club….

Sony Center!

The Hobbit

Sullo sfondo, Postdamerplatz

Un salto agli incantevoli (e caotici) Gendarmenmarkt!

“La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”

Esprimi un desiderio


Mi lascio scrivere

dicembre 10, 2013

“Ciao sono Marianna e scrivo.”

Un anno fa comprai l’agenda di P.Coelho. Si chiamava Trasformazioni.

E’ quello che è accaduto. Non credevo fosse possibile.

Sono ferma sostenitrice del mantra:

le persone non cambiano, al limite si scoprono aspetti prima sconosciuti.

Se mi guardo indietro, rimango basita.

C’è voluto un po’ più di un anno, era un percorso cominciato nel 2011.

Ero la fidanzata con i capelli lunghi e i modi gentili, la figlia che non dava fastidio e che sognava di diventare Avvocato, poi Commercialista, ero acqua che prendeva le sembianze delle pretese altrui.

Quando mi chiesero di descrivermi non ne fui capace.

Letteralmente. Pensavo e immaginavo fogli bianchi.

Cercavo nella testa e immaginavo una stanza buia, vuota.

Oggi sono Marianna e scrivo.

Scrivo.

Una passione felice, un orto da coltivare.

“Su cosa scrivi?” Su qualunque cosa.

Anche sulla merda, se mi andasse.

Da bambina sognavo di scrivere.

Vorrei passare la vita a scrivere.

Se avessi la possibilità di farlo, cosa faresti?

Scriverei e insegnerei.

Perché sono due cose intimamente legate.

Quando scrivo mi spiego.

Mi spiego:

mi faccio capire,

mi delineo,

mi do forma,

e contenuto,

riempo le parole di contenuto,

mi dilato,

mi stiracchio,

mi stendo,

mi estendo,

mi spiego,

spiego le ali.

Io sono Marianna e sono brava a mettere su carta il pensiero, l’immagine.

Sono capace di questo. E’ una mia caratteristica. Il mio nocciolo duro. Il mio centro.

Il vostro qual è?

“Vuoi scrivere un libro?”

No, di più: voglio poter giocare con le parole ogni giorno della mia vita. Scrivere un libro è una medaglia, la conclusione di un percorso, un passaggio: affidi il tuo pensiero a terzi. A me interessa il prima. Mi interessa scegliere, pescare, selezionare, spostare, cambiare parole, contenuti, significati e se tutto questo arriverà alle persone sarà perché l’altra parte del lavoro l’ avranno fatta loro cercando, scegliendo, pescando, fidandosi, lasciandosi guidare, interpretando, leggendo, comprando, passando.

Voglio scrivere di qualunque cosa mi venga data la possibilità.

Su qualsiasi supporto, in qualsiasi ambito, con qualsiasi applicazione.

Scrivere, vuol dire sempre scrivere.

E io stavolta me lo lascio fare.

Non sminuisco.

Non smentisco.

Non nascondo.

Non mi vergogno.

Lo vedo.

Ci credo.

Lo rispetto.

Lo porto avanti.

Lo curo.

Me lo lascio fare.


Dimmi quanto soffri e ti dirò chi sei

dicembre 9, 2013

Come molti di voi avranno intuito,

il Natale è per me il momento più atteso dell’anno.

La mia festa preferita, sotto ogni punto di vista.

Ecco, quest’anno in casa Profumodilimoni c’è una novità:

niente albero, niente luci, niente centrotavola, niente.

Non è il momento.

Non è il caso di tirare fuori tutti quegli scatoloni.

Non conviene, per solo due settimane, che tanto poi ci vuole più a disfare che a fare.

Mi ero immaginata momenti felici, di condivisione.

Mi ero immaginata a decorare il mio albero,

mentre al pc partiva la mia playlist dell’Avvento.

Pensavo che avrei cantato,

cercato le palline colorate e incartato pacchi

facendo confezioni tutte uguali e dei tag per personalizzarli.

La carta è rosa cromato e avevo già in mente degli elegantissimi fiocchi neri.

Farò spillare alla bene e meglio dai negozianti,

dando a loro il fastidio di un incartamento non apprezzato

e togliendo a me il piacere di farlo.

Letteralmente un dare-avere.

Tutto quadra,

conti in pari

e via.

E se poi togli a tua figlia il piacere di festeggiare,

che fa?!

Bisogna essere Austeri

e tagliarsi i coglioni da soli,

per rispetto a chi non li ha.

Così invece di essere 3 miliardi senza coglioni,

siamo in sette.

Neanche a fare una palla ciascuno.

No: condividere non è mai stata una prerogativa dell’umanità.

Noi preferiamo lamentarci

e mostrare agli altri che soffriamo anche noi.

Se siamo felici non sta bene.

Non mi rimane che sperare in Berlino.

Anzi in me, a Berlino.

I will be home for christmas


Lo stesso modo di ridere con la bocca

dicembre 6, 2013

“Mi sarà sufficiente che ecco, in un angolo del mondo,

ci sia tu,

e il vivere non riuscirà a venirmi a nausea.”

(Dostoevskij)

Twins


Da Armando Trovajoli a Edgar Lee Master

dicembre 5, 2013

Oggi ho il “Mal di Roma”. Mi manca. Più di altri giorni, intendo.
Mi manca Roma e vedere i suoi scorci in foto come questa, mi fa solo pensare che vorrei essere lì.
Ho così tanta voglia di scrivere che non riesco neanche. Vi è mai capitato?
Un po’ come quando avete sonno e siete talmente stanchi da non riuscire a prender sonno.
Ho tante cose da raccontare e un paio di altri progetti abbastanza ambiziosi.
Anche qui, non vedo l’ora di potervene parlare.
Vi lascio con la magia di questa musica del Maestro Trovajoli.
Ho avuto la fortuna di vedere il Rugantino nel 2010, con la mia Rosetta preferita (Emy Bergamo).
Ora c’è di nuovo a Roma. Sempre con Brignano, ma l’attrice protagonista è cambiata, ha le smorfie che tanto odio di Joey Potter (ricordate Dawson’s Creek?) e sinceramente preferisco tenermi quel ricordo. Questo cambio non ha avuto proprio senso per me e non voglio rischiare di rimanere delusa, anche perché Rosetta mi era piaciuta molto di più di Rugantino. Comunque, tra poco Berlino, ma quando torno giro per Via Margutta, il negozio di giocattoli di legno e giro per il centro a cercare il mio profumo nuovo. Un altro regalo di SiamoPoesia:

 

Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito:

una barca con vele ammainate, in un porto.

In realtà non è questa la mia destinazione ma la mia vita.

Perchè l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;

il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;

l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.

Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.

E adesso so che bisogna alzare le vele

e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca.

Dare un senso alla vita può condurre a follia,

ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine

e del vano desiderio- è una barca che anela al mare eppure lo teme.

(Edgar Lee Master, Antologia di Spoon River)